Vivere da cristiani è assimilare progressivamente l’esperienza di Cristo
sintetizzata nelle prime due domeniche di quaresima: camminare nella fedeltà
al Padre per raggiungere la meta della trasfigurazione gloriosa. L’itinerario è
reso possibile a una condizione: ascoltare la Parola di Dio, radicarsi in essa,
accettarne le esigenze. La liturgia di questa domenica e delle due successive
fa rivivere, nel mistero, al cristiano le grandi tappe attraverso cui i catecumeni
erano (e sono) aiutati a scoprire le esigenze profonde della conversione a Cristo,
nei segni dell’acqua, della luce,
della vita Al centro della liturgia odierna
sta l’acqua come punto di convergenza
e di incontro di due interlocutori: l’uomo
e Dio. L’acqua diventa il simbolo che
compendia ed esprime la richiesta
dell’uomo e la risposta di Dio (vangelo).L’esistenza
umana rivela aspirazioni
sconfinate: sete di amore, ricerca
della verità, sete di giustizia, di libertà,
di comunione, di pace... Sono desideri
spesso inappagati; la domanda di totalità
riceve in risposta solo piccoli frammenti;
piccoli sorsi che lasciano inappagata
la sete. Dal profondo del suo essere l’uomo muove verso un «di più»,
un assoluto capace di acquietare e di estinguere la sua sete in modo definitivo.
Ma dove trovare un’acqua che plachi ogni inquietudine e appaghi ogni desiderio?
La risposta è data da Gesù nell’incontro con la Samaritana. Allontanarsi
da Lui e dalla sua Legge é conoscere la peggiore siccità (cf Ger 2,12-13;
17,13). La roccia da cui Mosè fa scaturire l’acqua è segno della Provvidenza
divina che segue il suo popolo e gli dà vita. Paolo spiegherà (cf I Cor 10,4) che
quella roccia era Cristo, misteriosamente all’opera già in quegli eventi. Cristo
è anche il Tempio dal quale, secondo la visione dei profeti (cf Ez 47;Zc 13,1),
sgorgherà l’acqua, segno dello Spirito, che dona fertilità e vita. Chi ha sete può
attingere gratuitamente a Lui (cf Gv 7,37-39) e non avrà più sete; egli stesso
anzi, diverrà una sorgente d’acqua zampillante per sempre (vangelo).
Quale fioritura?
Il cammino della Chiesa verso la passione, morte e resurrezione del
suo Signore continua in questa terza domenica di Quaresima, attraverso
l’incontro fra Gesù e la samaritana presso il pozzo. Pur ribadendo
ormai cose assai note e già dette nei commenti precedenti,
è evidente che non siamo chiamati a realizzare un pozzo in
miniatura per compensare l’eventuale frustrazione di non poter
usare fiori !
La nostra “ fioritura” liturgica quaresimale sarà adeguata e significativa
se in linea con quanto finora
detto e fatto.
Ancora una volta dunque useremo
materiale vegetale naturale
non fiorito (foglie, rami….) valorizzando
quei rami che la natura
già ci offre in queste giornate
che precedono la primavera,
rami che in molte zone già presentano
piccole gemme, germogli
e foglie nuove ; non sono fiori
ma ci dicono che –pur nel mezzo
del nostro cammino quaresimale
la speranza nella primavera è
sempre presente !
Rispetto alle settimane precedenti possiamo pensare di aggiungere
qualche elemento in modo che nel corso dell’itinerario quaresimale,
pur non usando fiori, le nostre composizioni saranno delicatamente
più abbondanti.
Il criterio della sobrietà e della gradualità ci guideranno ancora una
volta
Se abbiamo scelto le composizioni “ a percorso” , usando candele o
aggiungendo una piccola composizione per ogni settimana, continueremo
ad aggiungere un elemento
(ad esempio tre candele, tre composizioni…)
per meglio evidenziare questa
ulteriore tappa.
Talvolta il pozzo a cui fa riferimento il
Vangelo e presso cui si incontrano
Gesù e la Samaritana suggerisce di
usare un’anfora o una brocca o un
contenitore con l’acqua: si tratta di
scelte percorribili purché ancora una
volta non si scada nell’allegorica
scelta di rappresentare la scena del
Vangelo.
Brocca, anfora o contenitore ben vengano
purché siano davvero elementi
della composizione ben armonizzati
coi resto e col contesto in cui vengono
collocati.
La fonte di acqua viva che zampilla per la nostra salvezza, Cristo
Gesù Salvatore nostro, sia sempre la nostra unica Guida e unico
Maestro.
Colletta
Deus, ómnium misericordiárum et totíus bonitátis
auctor, qui peccatórum remédia in
ieiúniis, oratiónibus et eleemósynis demonstrásti,
hanc humilitátis nostrae confessiónem
propítius intuére, ut, qui inclinámur consciéntia
nostra, tua semper misericórdia sublevémur.
Per Dóminum.
Dio misericordioso, fonte di ogni bene, tu ci
hai proposto a rimedio del peccato il digiuno,
la preghiera e le opere di carità fraterna;
guarda a noi che riconosciamo la nostra miseria e, poiché ci opprime il peso
delle nostre colpe, ci sollevi la tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù
Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Collette alternative:
O Dio, sorgente della vita, tu offri all'umanità riarsa dalla sete l'acqua viva della
grazia che scaturisce dalla roccia, Cristo salvatore; concedi al tuo popolo il
dono dello Spirito, perché sappia professare con forza la sua fede, e annunzi
con gioia le meraviglie del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Sui doni
Per questo sacrificio di riconciliazione perdona, o Padre, i nostri debiti e donaci
la forza di perdonare ai nostri fratelli. Per Cristo nostro Signore.
Prefazio
È veramente cosa buona e
giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni
luogo
a te, Signore, Padre Santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
Egli chiese alla Samaritana l'acqua
da bere,
per farle il grande dono della fede,
e di questa fede ebbe sete così
ardente
da accendere in lei la fiamma del
tuo amore.
E noi ti lodiamo e ti rendiamo grazie
e, uniti agli angeli, celebriamo la tua gloria:
Dopo comunione
O Dio, che ci nutri in questa vita con il pane del cielo, pegno della tua gloria,
fa' che manifestiamo nelle nostre opere la realtà presente nel sacramento che
celebriamo. Per Cristo nostro Signore.
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