Vogliamo qui porre un quesito, una domanda, a quanti si occupano di composizioni floreali per la liturgia. Un interrogativo riguardante l'arte floreale, cioè: quando possiamo dire di avvicinarci all'arte, nei nostri elaborati compositivi? Quando, secondo noi, possiamo definirli: “artistici”?
Non è facile dare una risposta. Certo, non è sufficiente sistemare dei fiori in un contenitore, per dire che quella è opera d'arte!
Ci sono delle premesse che, chi si accinge a svolgere tale compito, non può ignorare, anzi, le deve richiamare alla memoria e tenere presenti, fin dal primo momento in cui sta ideando un progetto da realizzare e durante tutta la sua messa in atto.
Ecco, alcuni punti (da ricordare e) a cui mirare:
1. la composizione floreale deve parlare attraverso il linguaggio della bellezza.
Già i fiori in sé sono bellezza. La disposizione del bouquet ha il compito di
valorizzarli e di esaltarli, così che ogni fiore trovi il suo spazio e il posto giusto.
2. molta importanza va assegnata alla forma, la quale deve evidenziare armonia e proporzione ed insieme, essere segno e significato.
3. l'attenzione alla simbologia dei colori e al Tempo liturgico
Il significato, espresso attraverso il linguaggio delle forme e dei colori, assume un grande valore, in quanto è capace di produrre nell'osservatore un'esperienza estetica, cioè un'esperienza che tocca la sensibilità, l'intuizione e l'immaginazione, la quale cattura l'attenzione e produce emozioni e stati d'animo nuovi. La composizione, giudicata “bella”, nel momento in cui si offre alla nostra attenzione, manifesta un “di più”, che non sappiamo definire, ma da cui siamo coinvolti.
Entrare in un luogo sacro e scoprire una bella composizione floreale è sempre una gioia, è sempre qualcosa che fa bene allo spirito, risveglia l'anima e dà vita. Chi entra, quasi
d' istinto, come primo gesto, posa gli occhi sui fiori, per carpirne il silente linguaggio, denso di messaggi.
Pertanto, coloro che compiono il delicato compito di disporre i fiori in chiesa, non possono limitarsi a vaghe improvvisazioni, ma devono prepararsi, per regalare a chi partecipa alla liturgia, questa esperienza spirituale. Cioè, devono compiere personalmente un cammino di crescita e di maturazione artistica. Questo significa: approccio alla conoscenza dell'arte, costante esercizio pratico, conoscenza della liturgia, ascolto della Parola di Dio (certi che la composizione floreale per la liturgia deve nascere dalla Parola). Inoltre, va inclusa la voglia di cercare aiuto e competenze sia attraverso Corsi d'arte floreale, che si svolgono in varie parti d'Italia, come attraverso la consultazione di testi appropriati e siti internet, capaci di offrire materiali, spunti e orientamenti idonei, i quali sono stimolo alla creatività.
C'è chi ha doti innate e chi ha doti acquisite, grazie alla formazione e allo studio.
Con il dovuto impegno, tutti possiamo annunciare la salvezza attraverso il linguaggio della bellezza.
1 commento:
Parlare di Dio attraverso la bellezza è doveroso in quanto Dio e' la massima espressione della bellezza. Non a caso la bellezza avvicina a Dio. Questo vale per tutto ciò che fa da supporto sia alla S.Messa sia al decoro del luogo dove la liturgia di compie. Ecco allora che non possiamo parlare di decoro ne tanto meno di bellezza quando un celebrante si presenta con casule indecorose sia per il tessuto sia per il disegno dello stolone quando è presente. Non parliamo poi delle stole che sono vere e proprie strisce di stoffe,avanzi di tessuto. E che dire dei camici che farebbero gola ad un fantasma per la loro informita? Non è questa la povertà che chiede il Signore! Se per secoli a Lui sono stati offerti gli oggetti più preziosi qualcosa vorrà dire o loro erano più impreparati e noi più colti!
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