domenica

ll Domenica di Quaresima - Commento tratto da omelia di P.Ermes Ronchi Luca 9, 28-36



                                                           
Gesù salì su un alto monte. I monti sono come indici puntati verso il mistero e le profondità del cosmo, raccontano che la vita è un ascendere verso più luce, più cielo. Lassù il volto di Gesù brilla come il sole, le sue vesti come la luce. Quel volto di sole è anche il nostro volto: ognuno ha dentro di sé un tesoro di luce, un  sole interiore (voi siete luce del mondo), una bellezza che condividiamo con Dio.
Un Vangelo di luce a ricordarci che la vita spirituale consiste nella gioiosa fatica di liberare la luce e la bellezza sepolte in noi e nell'aiutare gli altri a fare lo stesso. Il Vangelo viene per questo, viene come una primavera: porta il disgelo nei cuori, risveglia quella parte luminosa, sorridente, generosa e gioiosa che abbiamo dentro, il nocciolo, il cuore, la nostra vera identità.
Lo stupore di Pietro: che bello qui! Non andiamo via... ci fa capire la nostra vocazione. Siamo chiamati tutti a trasfigurazione, a ricevere un cuore di luce. Contemplando il Signore, veniamo trasformati in quella stessa immagine (2Corinti 3,17-18). Contemplare, trasforma; tu diventi ciò che guardi con gli occhi del cuore. Pregare ci trasfigura in immagine del Signore. L'entusiasmo di Pietro ci fa capire che la fede per essere forte e viva, deve discendere da uno stupore, da un innamoramento, da un “che bello!” gridato a pieno cuore.
Perché io credo? Perché Dio è la cosa più bella che ho incontrato. E da lui acquisisco la bellezza del vivere. E' bello amare, abbracciare, avere amici, creare, seminare, perché la vita ha senso, va verso un esito buono, che comincia qui e scorre nell'eternità. Allora la Quaresima, più che a penitenza, ci chiama a conversione: a girarci verso la luce, come la natura si gira verso la primavera.


                                                              monte Tabor

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