Gesù salì su un alto monte. I monti sono
come indici puntati verso il mistero e le profondità del cosmo, raccontano che
la vita è un ascendere verso più luce, più cielo. Lassù il volto di Gesù brilla
come il sole, le sue vesti come la luce. Quel volto di sole è anche il nostro
volto: ognuno ha dentro di sé un tesoro di luce, un sole interiore (voi siete luce del mondo),
una bellezza che condividiamo con Dio.
Un Vangelo di luce a ricordarci che la vita
spirituale consiste nella gioiosa fatica di liberare la luce e la bellezza
sepolte in noi e nell'aiutare gli altri a fare lo stesso. Il Vangelo viene per
questo, viene come una primavera: porta il disgelo nei cuori, risveglia quella
parte luminosa, sorridente, generosa e gioiosa che abbiamo dentro, il nocciolo,
il cuore, la nostra vera identità.
Lo stupore di Pietro: che bello qui! Non
andiamo via... ci fa capire la nostra vocazione. Siamo chiamati tutti a
trasfigurazione, a ricevere un cuore di luce. Contemplando il Signore, veniamo
trasformati in quella stessa immagine (2Corinti 3,17-18). Contemplare,
trasforma; tu diventi ciò che guardi con gli occhi del cuore. Pregare ci
trasfigura in immagine del Signore. L'entusiasmo di Pietro ci fa capire che la
fede per essere forte e viva, deve discendere da uno stupore, da un
innamoramento, da un “che bello!” gridato a pieno cuore.
Perché io credo? Perché Dio è la cosa più
bella che ho incontrato. E da lui acquisisco la bellezza del vivere. E' bello
amare, abbracciare, avere amici, creare, seminare, perché la vita ha senso, va
verso un esito buono, che comincia qui e scorre nell'eternità. Allora la
Quaresima, più che a penitenza, ci chiama a conversione: a girarci verso la
luce, come la natura si gira verso la primavera.
monte Tabor
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