"La Quaresima è dunque il tempo di entrare
in se stessi. È il periodo di una particolare intimità con Dio nel segreto del
proprio cuore e della propria coscienza. In una tale intimità interiore con Dio
si attua l’essenziale opera della Quaresima: opera della conversione.
In
un tale segreto interiore e nell’intimità con Dio stesso in tutta la verità del
proprio cuore e della propria coscienza, risuonano parole come quelle del Salmo
dell’odierna Liturgia: una tra le confessioni più profonde che l’uomo mai abbia
fatto davanti al suo Dio: “Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; /
nella tua grande bontà cancella il mio peccato. / Lavami da tutte le mie colpe,
/ mondami dal mio peccato. / Riconosco la mia colpa, / il mio peccato mi sta
sempre dinanzi. / Contro di te, contro te solo ho peccato, / quello che è male
al tuoi occhi, io l’ho fatto” (Sal 51, 1-6).
Sono
parole purificanti. Parole trasformanti. Esse trasformano l’uomo interiormente,
e sono una testimonianza della trasformazione. Recitiamole spesso durante la
Quaresima. E soprattutto cerchiamo di rinnovare questo spirito che le vivifica;
quel soffio interiore che proprio a queste parole ha legato la forza di
conversione. La Quaresima infatti è essenzialmente invito alla conversione. Le
“opere di pietà” di cui parla il Vangelo aprono a ciò la strada. Compiamole per
quanto è possibile. Ma, prima di tutto, adoperiamoci per un incontro interiore
con Dio in tutta la nostra vita, in tutto ciò di cui essa è composta - e in
vista di questa profondità di conversione a lui, che irradia dal Salmo
penitenziale dell’odierna Liturgia."
San Giovanni Paolo II (1920-2005), papa
Omelia del Mercoledì delle ceneri, 16/02/1983
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