«
Nobiltà e decoro»
L’
Eucaristia è il piccolo lievito che la Trinità beata ha gettato nella grande
massa del mondo, e tutta l’ umanità ne è in fermento. ( Ascensione pag.86 ) – Beato Giustino
Russolillo
Il luogo dove viene riposto e custodito il Pane
eucaristico dopo la Messa “ in Coena Domini “, il Giovedì santo sera, continua
ancora oggi da parte di molti fedeli ad essere chiamato “ sepolcro “. La Chiesa
nostra madre, ci esorta a correggere questo termine che risulta improprio.
Definire “ sepolcro “ il luogo dove è riposta l’ Eucaristia non è corretto come
si diceva prima, in quanto è un termine che si riferisce prettamente nell’
ambito di una pietà che non riguarda la verità della liturgia, ma piuttosto
alla devozione.
La Congregazione
per il Culto divino, scrive al riguardo: «Si eviti il termine stesso di
“sepolcro”: infatti la cappella della reposizione viene allestita non per
rappresentare “la sepoltura del Signore”, ma per custodire il pane eucaristico
per la comunione che verrà distribuita il Venerdì della Passione del Signore»
(Preparazione e celebrazione delle feste pasquali, 55 del 1988). Queste parole
dovrebbero orientare anche l’arredo, che non prevede la presenza di statue o
immagini (a meno che non siano affreschi o dipinti che fanno parte della
cappella!) e tanto meno una loro apposita collocazione.
L’arredo quindi dovrebbe essere festivo e anche di buon
gusto. «Dopo la mezzanotte si faccia l’adorazione senza solennità, dal momento
che ha già avuto inizio il giorno della Passione del Signore» (ivi, 56). Il
buon senso e il buon gusto devono suggerire quali luci accendere la mattina del
Venerdì santo affinché gli occhi e il cuore si orientino al particolare mistero
di questo giorno senza venir meno all’onore dovuto alla custodia eucaristica. Si
riservi una cappella per la custodia del Santissimo Sacramento e si orni in
modo conveniente, perché possa facilitare l’orazione e la meditazione si raccomanda
il rispetto di quella sobrietà che conviene alla Liturgia di questi giorni,
evitando o rimuovendo ogni abuso contrario. Se il tabernacolo è collocato in una
cappella separata dalla navata centrale, conviene che in essa venga allestito
il luogo per la reposizione e l’adorazione ( ivi, 49 ).
Non si può, dunque, alimentare una pratica che non si
adatta neppure nel “ nome “ alla verità della liturgia. Questo non impedisce di
incoraggiare ed educare i nostri fedeli a visitare le chiese,magari sette, a
intrattenersi e adorare la presenza eucaristica, dinanzi agli “ altari della
reposizione “, preparati con immensa cura e circondati di solennità. ( da La Vita in Cristo e nella Chiesa ).
Risulta dunque evidente come la fioritura del Giovedì
santo mai potrà prevaricare i temi della giornata; si consiglia quindi di
evitare quelle esagerazioni che - quando non disturbano e non distraggono dalla
partecipazione piena, attiva e consapevole alla celebrazione – quantomeno
anticipano ingiustificatamente la festa della Pasqua. La fioritura,
possibilmente di stagione e sui toni del bianco, andrà senza dubbio ad onorare
l’altare della reposizione, ( lungi dall’essere un “sepolcro”, sarà
convenientemente ornato), presso il
quale i fedeli adoreranno il pane vivo; un piccolo richiamo, un sobrio bouquet
che ne richiami toni e materiali, potrebbe essere collocato nei pressi
dell’altare principale. Una precisazione sembra doverosa sul colore della
fioritura: accanto al bianco non sembra esagerato accostare un rosa tenue,
colore che rimanda alla primavera che sta per venire.
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