Il cammino quaresimale fatto insieme, nel richiamo costante al deserto, luogo di
conversione, si inoltra ora nella Settimana Santa, tempo che sta al cuore del cristianesimo, al cuore di ogni vita cristiana, dove Gesù ci attende per parlare ancora al nostro spirito.
Giovedì Santo
Celebrazione “In coena Domini”.
La sera del Giovedì Santo, durante la cena del Signore, la chiesa pone due azioni compiute da Gesù: l'azione sul pane e sul vino, sacramento dell'altare e la lavanda dei piedi, il gesto del servo, sacramento del fratello. Poi un comando: “Fate questo in memoria di me “(Luca 22,19 ). “Come ho fatto io fate anche voi “(Giovanni 13,15). Con questi gesti, Gesù ci consegna la sintesi della sua vita, la sintesi del Vangelo. Ci consegna il mandato e la missione che noi, Chiesa, possiamo continuare oggi nelle Comunità e nel mondo: la celebrazione dell'Eucaristia, sacramento di comunione con Dio e tra noi e il cordiale, umile servizio, fatto in ginocchio, agli ultimi: Corpo e Sangue di Cristo.
Celebriamo la cena dell'addio, la cena dell'intimità, della memoria, insieme al dramma del tradimento e dei compromessi. Le richieste amichevoli e autorevoli di Gesù, ci giungono come testamento, come consegna. Prima di morire, Gesù ci lascia un'eredità unica: se stesso. Sotto gli umili segni del pane e del vino, egli resta con noi, uno di noi, per non lasciarci soli. Perenne Presenza, che si fa Pane e bevanda di vita, di consolazione, di resurrezione e di salvezza.
Il colore liturgico proprio del Giovedì Santo è il bianco, tipico della festa e delle solennità; colore che, in qualche modo, richiama anche la nobiltà dell'ambiente in cui Gesù ha voluto consumare la cena con i suoi; il vangelo parla di una sala grande al piano superiore, allestita per la circostanza”(cf.Marco14,15). I fiori sono bianchi: il lilium è simbolo di regalità, di innocenza e di candore; i tulipani sono fiori che parlano di primavera; le calle sono simbolo della bellezza: bellezza dell'Amore che salva il mondo.
a cura di Suor Maria Giorgia Mana.
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