Cari amici, con la
celebrazione del Mercoledì delle Ceneri abbiamo iniziato il
nostro cammino di Quaresima che ci condurrà alla celebrazione della Pasqua: il
centro di tutta la nostra fede; difatti, come esplicitamente affermato dal
Prefazio della I Domenica di Quaresima, Gesù “… consacrò l’istituzione del
tempo penitenziale con il digiuno di quaranta giorni, e vincendo le insidie
dell’antico tentatore ci insegnò a dominare le seduzioni del peccato, perché celebrando
con spirito rinnovato il mistero pasquale possiamo giungere alla pasqua eterna”.
Come noto, durante questo
tempo liturgico la Chiesa evita di porre fioriture nei luoghi liturgici al fine
di celebrare con coerenza il Signore, evitando così
segni e gesti che possano essere in qualche modo discordanti con lo spirito
penitenziale proprio di questo periodo, uno spirito che ci spinge inoltre ad
essere “…assidui nella preghiera e nella carità operosa” (cf Prefazio di
Quaresima I) consapevoli che tu Signore “… con il digiuno quaresimale vinci
le nostre passioni, elevi lo spirito, infondi la forza e doni il premio”
(cf Prefazio di Quaresima IV). Unica eccezione eventualmente ammessa sarà il
luogo della custodia eucaristica: qui, dove il Signore è realmente presente in
mezzo a noi con il suo pane di salvezza, abbiamo la possibilità di porre una
sobria fioritura, anche semplicemente un fiore, rispettando comunque il clima
penitenziale del tempo e magari scegliendo una tonalità adeguata al colore
liturgico della Quaresima.
In
occasione di questa Quaresima abbiamo voluto condividere con voi tutti alcuni
suggerimenti, riprendendo da un lato criteri e orientamenti sempre validi nell’arte
floreale per la liturgia, e dall’altro suggerendo alcuni spunti da valorizzare
nelle varie comunità pastorali. Nelle righe che seguono abbiamo dunque dapprima
sintetizzato - tramite domande e
risposte - alcuni passaggi utili per il nostro servizio di fioritura delle
Chiese: saranno elementi validi ogni volta che ci appresteremo a preparare le
nostre composizioni. E poi abbiamo proposto alcune semplici composizioni da utilizzare in questo tempo. In
particolare, ci siamo recati presso il Centro di Spiritualità di Santa Maria
dell’Acero, nella Diocesi di Velletri-Segni, e - approfittando della
meravigliosa accoglienza calorosa e fraterna delle Suore Apostoline - abbiamo
realizzato alcune proposte compositive per ogni Domenica di Quaresima,
utilizzando esclusivamente il materiale vegetale del bosco circostante (e dunque
senza comprare nulla), con l’unica eccezione per la IV Domenica di Quaresima
(Domenica “in Laetare”) in occasione della quale è possibile utilizzare
il colore rosaceo invece del viola e disporre una sobria fioritura nell’aula
liturgica, possibilmente nelle tonalità del tempo.
E’ possibile fiorire l’aula liturgica durante il tempo di
Quaresima?
No,
perché altrimenti andremmo a comunicare con i fiori un significato diverso dal
tempo liturgico che stiamo celebrando (penitenza, digiuno, preghiera…). Fanno
eccezione - come già detto - la IV Domenica di Quaresima (domenica in cui si fa
una sorta di anticipo della gioia pasquale ormai imminente), la custodia
eucaristica (dove è sempre primavera di Pasqua!) e le solennità del tempo (ad
esempio la Solennità di San Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria).
E’ possibile utilizzare piante?
Noi
suggeriamo sempre di utilizzare fiori e non piante per le fioriture liturgiche,
in quanto il fiore meglio veicola il senso dell’offerta; la pianta infatti è destinata
a durare, mentre invece il fiore richiede cura quotidiana, dice il nostro
dedicarci al Signore, impegna spesso tempo e collaborazione nella scelta e
nella composizione vivificando la comunione, rende esplicito quello “spreco
delicato” che tanto richiama al gesto - specie in questo tempo di Quaresima -
della donna che versa il vasetto di nardo profumato sul capo di Gesù: “… (Mc
14,3-9). Le piante possono essere raccolte in piccole “aiuole” o “macchie verdi”
a seconda dello spazio liturgico a disposizione, evitando così di sparpagliarle
per tutta la Chiesa e accogliendo con gratitudine il gesto di quei fedeli che
eventualmente hanno voluto fare dono di piante verdi o fiorite.
E’ possibile usare tessuti e drappi colorati?
Sull’altare
disponiamo, come sempre, la tovaglia bianca rispettando la forma e lo stile
architettonico in cui ci ritroviamo per celebrare il Signore; noi suggeriamo di
non usare altri colori per l’altare in quanto è il luogo centrale dell’aula
liturgica attorno al quale prende vita tutta la celebrazione, il luogo del
sacrificio eucaristico e della mensa, e quindi non ha senso assegnargli un
colore, specie poi il viola del tempo quaresimale! Stesso discorso per l’ambone:
non abbiamo bisogno di ricoprirlo in quanto è luogo liturgico assai importante
accanto all’altare, “icona spaziale della resurrezione” come qualcuno l’ha
definito (definizione del prof. C. Valenziano), luogo dal quale annunciamo
sempre e comunque la gioia della resurrezione. Che senso ha coprirlo? E a
maggior ragione: che senso ha coprirlo con un tessuto o drappo viola? In
generale evitiamo di usare tessuti e drappi colorati nelle composizioni
floreali, per le quali invece usiamo sempre e soltanto materiale vegetale e
naturale. Usare tessuti e drappi colorati significa mortificare il linguaggio
liturgico dei fiori, equivale a sostituire la centralità e la simbologia dei
fiori con un tessuto, quasi che ci siano messaggi che i fiori non siano capaci
di annunciare, mortificando cosi la loro bellezza ed espressività. I tessuti
trovano il loro impiego liturgico in altri ambiti (paramenti, tovaglie, ecc) e
dunque non abbiamo la necessità di inserirli nelle composizioni, stravolgendo
cosi il linguaggio liturgico.
Quali colori uso?
Preferibilmente
e in linea di massima le composizioni floreali seguono il colore liturgico del
tempo, quindi nel tempo di Quaresima useremo le tonalità del viola,
eventualmente spezzando con qualche fiore di transizione bianco e valorizzando
il rosaceo nella IV Domenica di Quaresima (come già detto, discorso a parte per
le Solennità).
Composizione floreale o rappresentazione allegorica?
La
fioritura liturgica è qualcosa di diverso da una mera rappresentazione
allegorica, anche se purtroppo - guardando molte composizioni floreali nelle
chiese - molti non sembrano rendersene conto. Facciamo qualche esempio per
intenderci meglio: se la Liturgia della Parola del giorno parla di deserto o
sassi, io non devo sentirmi “obbligato” (ne particolarmente “geniale”, per la
verità) ad usare sabbia e pietre nella mia fioritura; se celebro la solennità della
SS Trinità o l’esaltazione della croce non devo sentirmi “obbligato” a fare la
mia composizione con tre colori o a forma di croce; se il Vangelo fa
riferimento alla Samaritana o a Lazzaro, non devo sentirmi “obbligato” a
realizzare un pozzo o porre bende nella composizione. Si tratta ovviamente di
esempi, ma che ben descrivono quello che spesso accade. Piuttosto che fare una
seria meditazione sui testi biblici e liturgici della giornata, per poi
elaborare una composizione floreale semplice e significativa, si preferisce
riprodurre coi fiori quanto detto ad esempio nella Liturgia della Parola o
quanto è specifico di quella specifica celebrazione. Spesso poi si va alla
ricerca di forme e accostamenti complicati, magari anche esteticamente belli,
ma che vanno a cozzare col senso liturgico della giornata. Nel tempo di
Quaresima ad esempio, non dobbiamo cadere nella tentazione di sostituire la
fioritura con la rappresentazione di quanto narrato nei Vangeli della domenica,
ma fare una sorta di omelia floreale. Ricordiamo sempre che la composizione
floreale deve essere al servizio della celebrazione e integrata armonicamente
col resto dei linguaggi usati nella liturgia, non certo un’opera di arte a se
stante, da ammirare e magari far pensare che chi l’ha preparata sia stato
davvero bravo; non è la gloria personale che inseguiamo, né il plauso o i
complimenti della gente, né tantomeno la soddisfazione di frustrazioni
personali, quanto piuttosto la gloria di Dio! Quindi nel tempo di Quaresima ben
vengano composizioni con materiale vegetale (foglie verdi, foglie secche, rami,
arbusti, ed eventualmente anche sassi, terra e sabbia purché non si cada nella “scenografia”
sterile!); composizioni sobrie che rispettino l’austerità del tempo quaresimale
e siano perfettamente integrate al contesto in cui si celebra, e non certo
accostamenti “spettacolari che da tutte le parti portano, meno che dal Signore!
Qualche fiore nelle tonalità del viola e rosaceo, con eventualmente il bianco
(preferibilmente come fiore di transizione) , potrà fare la sua comparsa - come già anticipato - nella IV Domenica di
Quaresima.
Quanto spendere?
Poco.
Ricordiamoci che questa indicazione vale sempre e a maggior ragione nel tempo
di Quaresima. Immaginiamo che paradosso parlare di carità, digiuno, penitenza e
poi spendere tanti soldi per le composizioni! Se possibile utilizzare quello
che si trova nei parchi, nei giardini, nelle siepi, cercando così di non
gravare sull’economia parrocchiale e soprattutto non mortificare i poveri:
meglio soltanto un fiore e un aiuto a un fratello in difficoltà, che una
fioritura maestosa e qualche pasto in meno distribuito ai poveri. Proprio per
questo motivo le composizioni che seguono
- una per ogni Domenica di Quaresima - sono state realizzate col
materiale raccolto nel parco del Centro di Spiritualità “Santa Maria dell’Acero”
nella Diocesi di Velletri-Segni (foglie, arbusti, rami presi dai cespugli, dai
vasi coltivati dalle suore, dalla siepe…). Il tutto nel pieno rispetto della
struttura e dell’impianto liturgico che abbiamo trovato, cioè non abbiamo
eseguito alcun spostamento, ma abbiamo cercato di adattarci e di valorizzare
quanto era già presente nella Chiesa che ci è stata messa generosamente a
disposizione dalle Suore Apostoline, alle quali va ancora una volta il nostro
fraterno ringraziamento. Sperando di fare cosa gradita a tutti voi che con affetto
ci seguite, vogliamo offrire dapprima una riflessione liturgica sul tempo di
Quaresima e quindi una specifica riflessione per ogni Domenica del tempo di
Quaresima, con relativa foto della composizione realizzata: siamo convinti che
questo percorso potrà aiutarci nel nostro servizio di fioritura liturgica. Che
il Signore Gesù, morto e risorto per la nostra salvezza, ci accompagni in questo
cammino di servizio!
L’eucologia nel tempo di Quaresima
Alcuni cenni sulla teologia liturgica della Quaresima
La
liturgia quaresimale precedente alla riforma del Concilio Vaticano II:
- accentuava
il carattere penitenziale;
- era
intimamente connessa col catecumenato (la quaresima era orientata verso la
Pasqua e la sua realizzazione in ciascuno degli aspiranti alla vita cristiana);
- per
i battezzati era un tempo per prendere coscienza del progressivo entrare nel
Mistero di Cristo e della Chiesa;
La
liturgia quaresimale attuale:
- nelle
domeniche vengono sviluppati cinque misteri fondamentali di Cristo in continuità con le
tematiche dell’Antico Testamento: la tentazione di Cristo e la sua vittoria; la
trasfigurazione; l’acqua viva; la luce; la vita del resuscitato;
- non
si tratta di semplice narrazione di eventi passati, ma di realtà presenti
attraverso le quali è indispensabile passare;
- i
temi dell’A.T. trovano realizzazione nel Vangelo e attualizzazione nella
celebrazione eucaristica (soprattutto le antifone alla comunione sottolineano l’unità tra Parola e Pane)
- le
prime due domeniche hanno un’impronta più cristologica, le altre tre invece
hanno una caratterizzazione sacramentaria;
- la
liturgia quaresimale feriale: offre insegnamento che convalida quello delle
domeniche; arricchisce la tematica battesimale; si descrivono le sofferenze del
giusto, l’alleanza, il Cristo liberatore che raduna nell’unità, la dimensione pasquale;
- il
digiuno: è il segno dell’astensione dal peccato per prepararsi ad ascoltare la Parola
e a compiere la carità
(digiunare per donare).
La
Quaresima è un evento: con Gesù andiamo nel deserto; Gesù stesso istituì questo
tempo sacro.
Sull’eucologia quaresimale
Alcune
considerazioni previe
-
La colletta, l’orazione sopra le offerte e quella dopo la comunione: pur avendo
un certo parallelismo, hanno nella celebrazione eucaristica funzioni diverse.
-
Colletta: orazioni più tematica, solitamente esprime meglio la tematica
generale del tempo liturgico.
-
Orazione sulle offerte e dopo comunione: più collegate al tema eucaristico.
Alcuni cenni storici sull’eucologia minore
Arricchimento
quantitativo delle collette:
- 117
nuove collette (si è attinto dai sacramentari romani e non, dalle omelie di
S.Leone, da testi di altre domeniche aventi temi attinenti alla quaresima)
- 68
vecchie orazioni corrette e ritoccate.
Arricchimento
qualitativo delle collette:
- viene
superata la visione negativa della precedente eucologia (l’uomo è debole
davanti a Dio e deve ricorrere all’astinenza se vuole riconciliarsi con Lui;
Dio vendicativo, che va placato perché in collera a motivo dei peccati…)
- la
tematica del digiuno viene spiegata affinché da ascesi della quaresima non fosse
ridotta a mera astensione dal cibo, ma esercizio di preparazione alla Pasqua
- si
è sottolineato il carattere quaresimale della preparazione alla Pasqua per
mezzo della penitenze e della memoria del battesimo, dell’ascolto della parola,
dell’elemosina come esplicazione della carità…
- nel
complesso però, le collette, le orazioni
sulle offerte e dopo le comunioni
(soprattutto se confrontate con le letture e i prefazi) non sembrano
tracciare una tematica progressiva e precisa.
- va
tenuto inoltre presente che a partire dalla III° domenica di Quaresima, se
vengono celebrati gli scrutini preparatori al Battesimo degli adulti, si
possono usare le orazioni rituali previste.
Qual’è il Dio di cui facciamo esperienza nella Quaresima
- Dio
Padre: la versione italiana usa per due volte la semplice espressione di Padre,
assente nel messale latino, arricchendola con altri attributi.
- Dio
misericordioso/di misericordia: è l’attributo dominante; viene usato con
frequenza (per 10 volte invece delle due volte latine). Tale scelta ci dice il
voler sottolineare l’esperienza di Dio in clima di fiducia nel suo perdono. Dio
mostra tenerezza verso i peccatori, vuole la loro conversione, li chiama e li
salva.
- La
conformità al
Cristo: questo Dio misericordioso chiama a sé l’uomo peccatore attraverso il mistero
pasquale della morte-resurrezione di Cristo; è Cristo l’autore, il modello e il
protagonista del cammino di conversione.
- L’azione
dello Spirito: nei testi latini si fa esplicita menzione solo una volta allo
Spirito (giovedì II° settimana); nella versione italiana si è tentato di
arricchire in due orazioni dopo la comunione nei giorni feriali (sabato IV° sett.
e venerdì III° sett.); nelle collette alternative invece si menziona più volte
l’azione dello Spirito; la presenza operativa dello Spirito sarà però recuperabile
nei temi biblici (es. Gesù spinto nel deserto e tema battesimo).
Il rapporto con la comunità ecclesiale e con il singolo fedele
- La
comunità ecclesiale viene presentata come la protagonista di
questo cammino quaresimale: la via dei sacramenti, a partire dal battesimo, inserisce
ogni singolo fedele come membra vive del Cristo; la risposta dell’uomo è quindi
innanzitutto ecclesiale.
-
All’iniziativa di Dio l’uomo può rispondere
e incontrare la sua azione salvifica mediante purificazione, penitenza, fede,
ascolto della parola, osservanza dei precetti, opere di carità; la
possibilità di
rispondere alla sua iniziativa è comunque un dono di Dio.
Sui prefazi del tempo di Quaresima
- Un
unico prefazio per tutta la quaresima nel precedente messale (prima del
Concilio Vaticano II)
- La
riforma conciliare: colmare la lacuna della mancanza di prefazi; evitare la
monotonia; riconoscere al prefazio una connotazione eucaristica: il prefazio
come azione di grazie che introduce alla preghiera eucaristica di cui
costituisce parte integrante; proporre ai credenti una attualizzazione della
Parola proclamata.
- Il
numero dei prefazi: 5 per le domeniche di quaresima + quelli a scelta nell’ordinario
della Messa.
- Il
prefazio del tempo di quaresima: non sviluppa l’intera tematica del tempo, ma
prende spunto da uno degli elementi; in particolare si caratterizzano a seconda
della pericope evangelica prevista nella domenica (vedi precisazione
successiva).
- L’insieme
dei prefazi del tempo di quaresima come “riassunto” dell’intera tematica
quaresimale.
- Le
dimensioni principali degli altri prefazi di quaresima previsti (a partire
dalla III° domenica di Quaresima vengono usati quando viene letto un brano di
vangelo diverso rispetto a quello a cui si riferisce il prefazio; soprattutto
in queste domeniche l’uso delle collette alternative è più idoneo al contesto);
due prefazi sono indicati anche per la domenica, gli altri per le messe
feriali.
Altri
spunti: l’attesa della celebrazione della Pasqua nello Spirito è un dono di
Dio; la Quaresima è un tempo di conversione; la Quaresima come tempo per fare
la carità;
il cammino quaresimale viene fatto dalla Chiesa;
I Domenica di Quaresima
Colletta
Concéde nobis,
omnìpotens Deus,
ut,
per ànnua
quadragesimàlis exercìtia
sacraménti,
et
ad intellegéndum
Christi proficiàmus arcànum,
et efféctus eius digna conversatiòne sectémur.
Per
Dòminum.
O
Dio nostro Padre,
con
la celebrazione di questa Quaresima,
segno
sacramentale della nostra conversione,
concedi
a noi tuoi fedeli
di
crescere nella conoscenza del mistero di Cristo
e
di testimoniarlo con una degna condotta di vita.
Collette alternative:
- l’umanità ferita
dal peccato è fragile, ma può vincere la seduzione con l’ascolto della parola
- Dio
misericordioso e paziente compie in noi la conversione mediante l’ascolto della
Parola
- la
Chiesa, nel deserto del mondo, vince il maligno col digiuno, con la preghiera,
con l’ascolto della parola e la fortificazione dello Spirito
Sui doni
Si
rinnovi, Signore, la nostra vita e col tuo aiuto si ispiri sempre più al sacrificio,
che santifica l’inizio della Quaresima, tempo favorevole per la nostra
salvezza.
Prefazio
E’
veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere
grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed
eterno, per Cristo nostro Signore.
Egli
consacrò l’istituzione del tempo penitenziale con il digiuno di quaranta
giorni, e vincendo le insidie dell’antico tentatore ci insegnò a dominare le
seduzioni del peccato, perché celebrando con spirito rinnovato il
mistero pasquale possiamo giungere alla Pasqua eterna.
E
noi uniti agli angeli e ai santi, cantiamo senza fine l’inno della tua lode…
Dopo comunione
Il
pane del cielo che ci hai dato, o Padre, alimenti in noi la fede, accresca la
speranza, rafforzi la carità, e ci insegni ad aver fame di Cristo,
pane vivo e vero, e a nutrirci di ogni parola che esce dalla tua bocca.
Commento
- Il
credente in cammino: il suo esodo, nonostante il battesimo, non è immune dalla
tentazione e dalla prova.
- Parallelismo
con la figura di Gesù che, dopo l’esperienza del battesimo, affronta la
tentazione: il discepolo, in Gesù, è chiamato a percorrere lo stesso itinerario
passando dalla tentazione alla vittoria (mediante il digiuno che prepara all’accoglienza
della Parola, vero nutrimento) e dalla vittoria alla celebrazione (la
celebrazione pasquale troverà la completezza nella Pasqua eterna).
- Nel
cammino dei catecumeni coincide con la rinuncia al peccato.
- Dio
è Padre e Cristo è il mistero pasquale da conoscere.
- La
quaresima è tempo di conversione e salvezza, tempo di testimonianza con la
propria condotta di vita.
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