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La “fioritura” nel tempo di Quaresima: un percorso possibile? a cura di Don Danilo Priori

Cari amici, con la celebrazione del Mercoledì delle Ceneri abbiamo iniziato il nostro cammino di Quaresima che ci condurrà alla celebrazione della Pasqua: il centro di tutta la nostra fede; difatti, come esplicitamente affermato dal Prefazio della I Domenica di Quaresima, Gesù “… consacrò l’istituzione del tempo penitenziale con il digiuno di quaranta giorni, e vincendo le insidie dell’antico tentatore ci insegnò a dominare le seduzioni del peccato, perché celebrando con spirito rinnovato il mistero pasquale possiamo giungere alla pasqua eterna”.

Come noto, durante questo tempo liturgico la Chiesa evita di porre fioriture nei luoghi liturgici al fine di celebrare con coerenza il Signore, evitando così segni e gesti che possano essere in qualche modo discordanti con lo spirito penitenziale proprio di questo periodo, uno spirito che ci spinge inoltre ad essere “…assidui nella preghiera e nella carità operosa” (cf Prefazio di Quaresima I) consapevoli che tu Signore “… con il digiuno quaresimale vinci le nostre passioni, elevi lo spirito, infondi la forza e doni il premio” (cf Prefazio di Quaresima IV). Unica eccezione eventualmente ammessa sarà il luogo della custodia eucaristica: qui, dove il Signore è realmente presente in mezzo a noi con il suo pane di salvezza, abbiamo la possibilità di porre una sobria fioritura, anche semplicemente un fiore, rispettando comunque il clima penitenziale del tempo e magari scegliendo una tonalità adeguata al colore liturgico della Quaresima.


In occasione di questa Quaresima abbiamo voluto condividere con voi tutti alcuni suggerimenti, riprendendo da un lato criteri e orientamenti sempre validi nell’arte floreale per la liturgia, e dall’altro suggerendo alcuni spunti da valorizzare nelle varie comunità pastorali. Nelle righe che seguono abbiamo dunque dapprima sintetizzato -  tramite domande e risposte - alcuni passaggi utili per il nostro servizio di fioritura delle Chiese: saranno elementi validi ogni volta che ci appresteremo a preparare le nostre composizioni. E poi abbiamo proposto alcune semplici composizioni  da utilizzare in questo tempo. In particolare, ci siamo recati presso il Centro di Spiritualità di Santa Maria dell’Acero, nella Diocesi di Velletri-Segni, e - approfittando della meravigliosa accoglienza calorosa e fraterna delle Suore Apostoline - abbiamo realizzato alcune proposte compositive per ogni Domenica di Quaresima, utilizzando esclusivamente il materiale vegetale del bosco circostante (e dunque senza comprare nulla), con l’unica eccezione per la IV Domenica di Quaresima (Domenica “in Laetare”) in occasione della quale è possibile utilizzare il colore rosaceo invece del viola e disporre una sobria fioritura nell’aula liturgica, possibilmente nelle tonalità del tempo.

E’ possibile fiorire l’aula liturgica durante il tempo di Quaresima?
No, perché altrimenti andremmo a comunicare con i fiori un significato diverso dal tempo liturgico che stiamo celebrando (penitenza, digiuno, preghiera…). Fanno eccezione - come già detto - la IV Domenica di Quaresima (domenica in cui si fa una sorta di anticipo della gioia pasquale ormai imminente), la custodia eucaristica (dove è sempre primavera di Pasqua!) e le solennità del tempo (ad esempio la Solennità di San Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria).

E’ possibile utilizzare piante?
Noi suggeriamo sempre di utilizzare fiori e non piante per le fioriture liturgiche, in quanto il fiore meglio veicola il senso dell’offerta; la pianta infatti è destinata a durare, mentre invece il fiore richiede cura quotidiana, dice il nostro dedicarci al Signore, impegna spesso tempo e collaborazione nella scelta e nella composizione vivificando la comunione, rende esplicito quello “spreco delicato” che tanto richiama al gesto - specie in questo tempo di Quaresima - della donna che versa il vasetto di nardo profumato sul capo di Gesù: “… (Mc 14,3-9). Le piante possono essere raccolte in piccole “aiuole” o “macchie verdi” a seconda dello spazio liturgico a disposizione, evitando così di sparpagliarle per tutta la Chiesa e accogliendo con gratitudine il gesto di quei fedeli che eventualmente hanno voluto fare dono di piante verdi o fiorite.

E’ possibile usare tessuti e drappi colorati?
Sull’altare disponiamo, come sempre, la tovaglia bianca rispettando la forma e lo stile architettonico in cui ci ritroviamo per celebrare il Signore; noi suggeriamo di non usare altri colori per l’altare in quanto è il luogo centrale dell’aula liturgica attorno al quale prende vita tutta la celebrazione, il luogo del sacrificio eucaristico e della mensa, e quindi non ha senso assegnargli un colore, specie poi il viola del tempo quaresimale! Stesso discorso per l’ambone: non abbiamo bisogno di ricoprirlo in quanto è luogo liturgico assai importante accanto all’altare, “icona spaziale della resurrezione” come qualcuno l’ha definito (definizione del prof. C. Valenziano), luogo dal quale annunciamo sempre e comunque la gioia della resurrezione. Che senso ha coprirlo? E a maggior ragione: che senso ha coprirlo con un tessuto o drappo viola? In generale evitiamo di usare tessuti e drappi colorati nelle composizioni floreali, per le quali invece usiamo sempre e soltanto materiale vegetale e naturale. Usare tessuti e drappi colorati significa mortificare il linguaggio liturgico dei fiori, equivale a sostituire la centralità e la simbologia dei fiori con un tessuto, quasi che ci siano messaggi che i fiori non siano capaci di annunciare, mortificando cosi la loro bellezza ed espressività. I tessuti trovano il loro impiego liturgico in altri ambiti (paramenti, tovaglie, ecc) e dunque non abbiamo la necessità di inserirli nelle composizioni, stravolgendo cosi il linguaggio liturgico.

Quali colori uso?
Preferibilmente e in linea di massima le composizioni floreali seguono il colore liturgico del tempo, quindi nel tempo di Quaresima useremo le tonalità del viola, eventualmente spezzando con qualche fiore di transizione bianco e valorizzando il rosaceo nella IV Domenica di Quaresima (come già detto, discorso a parte per le Solennità).


Composizione floreale o rappresentazione allegorica?
La fioritura liturgica è qualcosa di diverso da una mera rappresentazione allegorica, anche se purtroppo - guardando molte composizioni floreali nelle chiese - molti non sembrano rendersene conto. Facciamo qualche esempio per intenderci meglio: se la Liturgia della Parola del giorno parla di deserto o sassi, io non devo sentirmi “obbligato” (ne particolarmente “geniale”, per la verità) ad usare sabbia e pietre nella mia fioritura; se celebro la solennità della SS Trinità o l’esaltazione della croce non devo sentirmi “obbligato” a fare la mia composizione con tre colori o a forma di croce; se il Vangelo fa riferimento alla Samaritana o a Lazzaro, non devo sentirmi “obbligato” a realizzare un pozzo o porre bende nella composizione. Si tratta ovviamente di esempi, ma che ben descrivono quello che spesso accade. Piuttosto che fare una seria meditazione sui testi biblici e liturgici della giornata, per poi elaborare una composizione floreale semplice e significativa, si preferisce riprodurre coi fiori quanto detto ad esempio nella Liturgia della Parola o quanto è specifico di quella specifica celebrazione. Spesso poi si va alla ricerca di forme e accostamenti complicati, magari anche esteticamente belli, ma che vanno a cozzare col senso liturgico della giornata. Nel tempo di Quaresima ad esempio, non dobbiamo cadere nella tentazione di sostituire la fioritura con la rappresentazione di quanto narrato nei Vangeli della domenica, ma fare una sorta di omelia floreale. Ricordiamo sempre che la composizione floreale deve essere al servizio della celebrazione e integrata armonicamente col resto dei linguaggi usati nella liturgia, non certo un’opera di arte a se stante, da ammirare e magari far pensare che chi l’ha preparata sia stato davvero bravo; non è la gloria personale che inseguiamo, né il plauso o i complimenti della gente, né tantomeno la soddisfazione di frustrazioni personali, quanto piuttosto la gloria di Dio! Quindi nel tempo di Quaresima ben vengano composizioni con materiale vegetale (foglie verdi, foglie secche, rami, arbusti, ed eventualmente anche sassi, terra e sabbia purché non si cada nella “scenografia” sterile!); composizioni sobrie che rispettino l’austerità del tempo quaresimale e siano perfettamente integrate al contesto in cui si celebra, e non certo accostamenti “spettacolari che da tutte le parti portano, meno che dal Signore! Qualche fiore nelle tonalità del viola e rosaceo, con eventualmente il bianco (preferibilmente come fiore di transizione) , potrà fare la sua comparsa -  come già anticipato - nella IV Domenica di Quaresima.
Quanto spendere?
Poco. Ricordiamoci che questa indicazione vale sempre e a maggior ragione nel tempo di Quaresima. Immaginiamo che paradosso parlare di carità, digiuno, penitenza e poi spendere tanti soldi per le composizioni! Se possibile utilizzare quello che si trova nei parchi, nei giardini, nelle siepi, cercando così di non gravare sull’economia parrocchiale e soprattutto non mortificare i poveri: meglio soltanto un fiore e un aiuto a un fratello in difficoltà, che una fioritura maestosa e qualche pasto in meno distribuito ai poveri. Proprio per questo motivo le composizioni che seguono  - una per ogni Domenica di Quaresima - sono state realizzate col materiale raccolto nel parco del Centro di Spiritualità “Santa Maria dell’Acero” nella Diocesi di Velletri-Segni (foglie, arbusti, rami presi dai cespugli, dai vasi coltivati dalle suore, dalla siepe…). Il tutto nel pieno rispetto della struttura e dell’impianto liturgico che abbiamo trovato, cioè non abbiamo eseguito alcun spostamento, ma abbiamo cercato di adattarci e di valorizzare quanto era già presente nella Chiesa che ci è stata messa generosamente a disposizione dalle Suore Apostoline, alle quali va ancora una volta il nostro fraterno ringraziamento. Sperando di fare cosa gradita a tutti voi che con affetto ci seguite, vogliamo offrire dapprima una riflessione liturgica sul tempo di Quaresima e quindi una specifica riflessione per ogni Domenica del tempo di Quaresima, con relativa foto della composizione realizzata: siamo convinti che questo percorso potrà aiutarci nel nostro servizio di fioritura liturgica. Che il Signore Gesù, morto e risorto per la nostra salvezza, ci accompagni in questo cammino di servizio!

L’eucologia nel tempo di Quaresima

Alcuni cenni sulla teologia liturgica della Quaresima
La liturgia quaresimale precedente alla riforma del Concilio Vaticano II:
-     accentuava il carattere penitenziale;
-     era intimamente connessa col catecumenato (la quaresima era orientata verso la Pasqua e la sua realizzazione in ciascuno degli aspiranti alla vita cristiana);
-     per i battezzati era un tempo per prendere coscienza del progressivo entrare nel Mistero di Cristo e della Chiesa;
La liturgia quaresimale attuale:
-     nelle domeniche vengono sviluppati cinque misteri fondamentali di Cristo in continuità con le tematiche dell’Antico Testamento: la tentazione di Cristo e la sua vittoria; la trasfigurazione; l’acqua viva; la luce; la vita del resuscitato;
-     non si tratta di semplice narrazione di eventi passati, ma di realtà presenti attraverso le quali è indispensabile passare;
-     i temi dell’A.T. trovano realizzazione nel Vangelo e attualizzazione nella celebrazione eucaristica (soprattutto le antifone alla comunione sottolineano l’unità tra Parola e Pane)
-     le prime due domeniche hanno un’impronta più cristologica, le altre tre invece hanno una caratterizzazione sacramentaria;
-     la liturgia quaresimale feriale: offre insegnamento che convalida quello delle domeniche; arricchisce la tematica battesimale; si descrivono le sofferenze del giusto, l’alleanza, il Cristo liberatore che raduna nell’unità, la dimensione pasquale;
-     il digiuno: è il segno dell’astensione dal peccato per prepararsi ad ascoltare la Parola e a compiere la carità (digiunare per donare).
La Quaresima è un evento: con Gesù andiamo nel deserto; Gesù stesso istituì questo tempo sacro.

Sull’eucologia quaresimale

Alcune considerazioni previe
- La colletta, l’orazione sopra le offerte e quella dopo la comunione: pur avendo un certo parallelismo, hanno nella celebrazione eucaristica funzioni diverse.
- Colletta: orazioni più tematica, solitamente esprime meglio la tematica generale del tempo liturgico.
- Orazione sulle offerte e dopo comunione: più collegate al tema eucaristico.

Alcuni cenni storici sull’eucologia minore
Arricchimento quantitativo delle collette:
-     117 nuove collette (si è attinto dai sacramentari romani e non, dalle omelie di S.Leone, da testi di altre domeniche aventi temi attinenti alla quaresima)
-     68 vecchie orazioni corrette e ritoccate.
Arricchimento qualitativo delle collette:
-     viene superata la visione negativa della precedente eucologia (l’uomo è debole davanti a Dio e deve ricorrere all’astinenza se vuole riconciliarsi con Lui; Dio vendicativo, che va placato perché in collera a motivo dei peccati…)
-     la tematica del digiuno viene spiegata affinché da ascesi della quaresima non fosse ridotta a mera astensione dal cibo, ma esercizio di preparazione alla Pasqua
-     si è sottolineato il carattere quaresimale della preparazione alla Pasqua per mezzo della penitenze e della memoria del battesimo, dell’ascolto della parola, dell’elemosina come esplicazione della carità…
-     nel complesso però,  le collette, le orazioni sulle offerte e dopo le comunioni  (soprattutto se confrontate con le letture e i prefazi) non sembrano tracciare una tematica progressiva e precisa.
-     va tenuto inoltre presente che a partire dalla III° domenica di Quaresima, se vengono celebrati gli scrutini preparatori al Battesimo degli adulti, si possono usare le orazioni rituali previste.

Qual’è il Dio di cui facciamo esperienza nella Quaresima
-     Dio Padre: la versione italiana usa per due volte la semplice espressione di Padre, assente nel messale latino, arricchendola con altri attributi.
-     Dio misericordioso/di misericordia: è l’attributo dominante; viene usato con frequenza (per 10 volte invece delle due volte latine). Tale scelta ci dice il voler sottolineare l’esperienza di Dio in clima di fiducia nel suo perdono. Dio mostra tenerezza verso i peccatori, vuole la loro conversione, li chiama e li salva.
-     La conformità al Cristo: questo Dio misericordioso chiama a sé l’uomo peccatore attraverso il mistero pasquale della morte-resurrezione di Cristo; è Cristo l’autore, il modello e il protagonista del cammino di conversione.
-     L’azione dello Spirito: nei testi latini si fa esplicita menzione solo una volta allo Spirito (giovedì II° settimana); nella versione italiana si è tentato di arricchire in due orazioni dopo la comunione nei giorni feriali (sabato IV° sett. e venerdì III° sett.); nelle collette alternative invece si menziona più volte l’azione dello Spirito; la presenza operativa dello Spirito sarà però recuperabile nei temi biblici (es. Gesù spinto nel deserto e tema battesimo).

Il rapporto con la comunità ecclesiale e con il singolo fedele
-     La comunità ecclesiale  viene presentata come la protagonista di questo cammino quaresimale: la via dei sacramenti, a partire dal battesimo, inserisce ogni singolo fedele come membra vive del Cristo; la risposta dell’uomo è quindi innanzitutto ecclesiale.
-     All’iniziativa di Dio l’uomo può rispondere e incontrare la sua azione salvifica mediante purificazione, penitenza, fede, ascolto della parola, osservanza dei precetti, opere di carità; la possibilità di rispondere alla sua iniziativa è comunque un dono di Dio.

Sui prefazi del tempo di Quaresima
-     Un unico prefazio per tutta la quaresima nel precedente messale (prima del Concilio Vaticano II)
-     La riforma conciliare: colmare la lacuna della mancanza di prefazi; evitare la monotonia; riconoscere al prefazio una connotazione eucaristica: il prefazio come azione di grazie che introduce alla preghiera eucaristica di cui costituisce parte integrante; proporre ai credenti una attualizzazione della Parola proclamata.
-     Il numero dei prefazi: 5 per le domeniche di quaresima + quelli a scelta nell’ordinario della Messa.
-     Il prefazio del tempo di quaresima: non sviluppa l’intera tematica del tempo, ma prende spunto da uno degli elementi; in particolare si caratterizzano a seconda della pericope evangelica prevista nella domenica (vedi precisazione successiva).
-     L’insieme dei prefazi del tempo di quaresima come riassunto” dell’intera tematica quaresimale.
-     Le dimensioni principali degli altri prefazi di quaresima previsti (a partire dalla III° domenica di Quaresima vengono usati quando viene letto un brano di vangelo diverso rispetto a quello a cui si riferisce il prefazio; soprattutto in queste domeniche l’uso delle collette alternative è più idoneo al contesto); due prefazi sono indicati anche per la domenica, gli altri per le messe feriali.
Altri spunti: l’attesa della celebrazione della Pasqua nello Spirito è un dono di Dio; la Quaresima è un tempo di conversione; la Quaresima come tempo per fare la carità; il cammino quaresimale viene fatto dalla Chiesa;




I Domenica di Quaresima

Colletta

Concéde nobis, omnìpotens Deus,
ut, per ànnua quadragesimàlis exercìtia sacraménti,
et ad intellegéndum Christi proficiàmus arcànum,
et efféctus eius digna conversatiòne sectémur.
Per Dòminum.

O Dio nostro Padre,
con la celebrazione di questa Quaresima,
segno sacramentale della nostra conversione,
concedi a noi tuoi fedeli
di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo
e di testimoniarlo con una degna condotta di vita.

Collette alternative:
-     l’umanità ferita dal peccato è fragile, ma può vincere la seduzione con l’ascolto della parola
-     Dio misericordioso e paziente compie in noi la conversione mediante l’ascolto della Parola
-     la Chiesa, nel deserto del mondo, vince il maligno col digiuno, con la preghiera, con l’ascolto della parola e la fortificazione dello Spirito

Sui doni
Si rinnovi, Signore, la nostra vita e col tuo aiuto si ispiri sempre più al sacrificio, che santifica l’inizio della Quaresima, tempo favorevole per la nostra salvezza.

Prefazio
E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore.
Egli consacrò l’istituzione del tempo penitenziale con il digiuno di quaranta giorni, e vincendo le insidie dell’antico tentatore ci insegnò a dominare le seduzioni del peccato, perché celebrando con spirito rinnovato il mistero pasquale possiamo giungere alla Pasqua eterna.
E noi uniti agli angeli e ai santi, cantiamo senza fine l’inno della tua lode…

Dopo comunione
Il pane del cielo che ci hai dato, o Padre, alimenti in noi la fede, accresca la speranza, rafforzi la carità, e ci insegni ad aver fame di Cristo, pane vivo e vero, e a nutrirci di ogni parola che esce dalla tua bocca.

Commento
-     Il credente in cammino: il suo esodo, nonostante il battesimo, non è immune dalla tentazione e dalla prova.
-     Parallelismo con la figura di Gesù che, dopo l’esperienza del battesimo, affronta la tentazione: il discepolo, in Gesù, è chiamato a percorrere lo stesso itinerario passando dalla tentazione alla vittoria (mediante il digiuno che prepara all’accoglienza della Parola, vero nutrimento) e dalla vittoria alla celebrazione (la celebrazione pasquale troverà la completezza nella Pasqua eterna).
-     Nel cammino dei catecumeni coincide con la rinuncia al peccato.
-     Dio è Padre e Cristo è il mistero pasquale da conoscere.

-     La quaresima è tempo di conversione e salvezza, tempo di testimonianza con la propria condotta di vita.

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