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La “fioritura” nel tempo di Quaresima: un percorso possibile? II Domenica di Quaresima a cura di Don Danilo Priori

In questa seconda Domenica di Quaresima ci troviamo a fare memoria della trasfigurazione del Signore nostro Gesù Cristo, il quale “…dopo aver dato ai discepoli l’annunzio della sua morte, sul santo monte manifestò la sua gloria e chiamando a testimoni la legge e i profeti indicò agli apostoli che solo attraverso la passione possiamo giungere al trionfo della resurrezione” (dal Prefazio della II Domenica di Quaresima, La trasfigurazione annunzio della beata passione). La Chiesa ha già fatto esperienza nella Domenica precedente della possibilità di superare la prova mediante l’obbedienza a Cristo: il suo esodo quaresimale porta alla trasfigurazione e la trasfigurazione di Gesù trasfigura la Chiesa in cammino verso la celebrazione del mistero pasquale. Si tratta insomma di un vero e proprio cammino, lungo il quale il credente approfondisce il mistero del Cristo, soprattutto alla luce dell’annunzio di una passione che non risulta mai abbastanza compresa e accettata dai suoi e - tutto sommato - spesso neanche da noi! Possiamo dire che la trasfigurazione - in qualche modo - è icona di tutta la Liturgia della Parola, nel senso che è icona dell’Antico Testamento che si compie nel Nuovo Testamento. Tuttavia, la partecipazione al mistero di Cristo non può escludere il passaggio per la croce; proprio la croce infatti annuncia quella tensione tra passato e futuro e si afferma come passaggio verso la celebrazione della Pasqua. Gesù ancora una volta reinterpreta la Scrittura e la rende comprensibile a coloro che lo ascoltano: alla sua scuola il fedele viene illuminato dalla sua Parola, sostenuto dalla speranza e sospinto verso l’incontro con lui. Proprio per tali motivi, nel cammino dei catecumeni si riceve in questa domenica la veste bianca (= ascoltare la Parola in quanto figli).


Quale fioritura?
        Fermo restando quanto detto nella riflessione proposta per la prima Domenica di Quaresima (e che ovviamente non ripeteremo in ciascuna domenica), ci troviamo ancora una volta nella possibilità di “fiorire” i nostri luoghi della celebrazione con materiale vegetale: foglie, rami, arbusti… Il tutto, come al solito, ricordandoci del clima penitenziale del tempo di Quaresima, e dunque senza eccedere. Possiamo pensare di deporre la nostra composizione ai piedi della croce, visto il costante ed esplicito riferimento alla passione: il Cristo indica chiaramente la meta del cammino quaresimale, ma non nasconde il passaggio doloroso per la croce. Possiamo anche scegliere di inserire nella nostra composizione una luce (candela, lume), chiaro riferimento alla trasfigurazione, una luce che fa chiarezza sul percorso da compiere e che sembra quasi già annunciare - o quanto meno ricordare -  lo splendore della Pasqua che comunque arriverà e mai potrà essere trattenuta dal peccato, dal male e dalla morte. Qualora si scelga invece di valorizzare la composizione preparata per la domenica precedente, possiamo aggiungere qualche piccolo elemento che indichi il nostro incedere verso la meta promessa. Alcune comunità parrocchiali infatti, proprio per sottolineare questo cammino quaresimale, compongono delle realizzazioni - grosso modo come viene ormai comunemente fatto durante il tempo di Avvento - che vanno crescendo di domenica in domenica, adempiendo così ad un evidente fine catechistico che intende accompagnare il fedele verso la Pasqua; non è raro incontrare composizioni quaresimali che propongono candele nel colore del tempo liturgico (una per la prima domenica, due per la seconda e così via). Si tratta ovviamente di scelte possibili ma non obbligatorie: ricordiamoci sempre che nel tempo di Quaresima non sono previsti fiori e quanto cerchiamo di ipotizzare è - pur sempre e anch’esso - un cammino da compiere e in continuo divenire. Ricordiamoci sempre di meditare la Liturgia della Parola e l’eucologia della Domenica, al fine di realizzare una composizione adeguata a ciò che stiamo celebrando. Da dimenticare una volta per tutte quelle scelte “allegoriche”, che ad esempio in questa domenica propongono tende, capanne e tessuti vari vista l’affermazione di Pietro nel Vangelo proposto dalla Liturgia della Parola : “Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi farò tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia” (Mt 17,4). E’ bello per ciascuno di noi essere alla presenza del Signore realmente presente in mezzo a noi nella celebrazione eucaristica, ma vogliamo godere della sua presenza in maniera autentica senza scadere nella banalità e nella mortificazione del linguaggio liturgico! La riflessione sui testi liturgici che seguono può aiutarci in tal senso. Buon servizio!

Colletta
Deus, qui nobis diléctum Fìlium tuum audìre praecepìsti,
verbo tuo intérius nos pàscere dignèris,
ut, spiritàli purificàto intùitu,
glòriae tuae laetémur aspéctu.

O Padre, che ci chiami
ad ascoltare il tuo amato Figlio,
nutri la nostra fede con la tua parola
e purifica gli occhi del nostro spirito,
perché possiamo godere la visione della tua gloria


Collette alternative:
-        l’accettazione della croce e l’ascolto del Figlio ci confermano nella fede come ai nostri padri e ci conducono alla gloria;
-        Dio, Padre buono, ci ha donato il Figlio perché possiamo avere fede e quindi essere trasfigurati nella luce della sua gloria;
-        l’adesione alla volontà di Dio e il mistero della croce ci rendono discepoli del Cristo.


Sui doni
Questa offerta, Signore misericordioso, ci ottenga il perdono dei nostri peccati e ci santifichi nel corpo e nello spirito, perché possiamo celebrare degnamente le feste pasquali.

Prefazio
E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore.
Egli, dopo aver dato ai suoi discepoli l’annunzio della sua morte, sul santo monte manifestò la sua gloria e chiamando a testimoni la legge e i profeti indicò agli apostoli che solo attraverso la passione possiamo giungere al trionfo della resurrezione.
E noi, uniti agli angeli del cielo, acclamiamo senza fine la tua santità, cantando l’inno di lode…………..

Dopo comunione

Per la partecipazione ai tuoi gloriosi misteri ti rendiamo fervide grazie, Signore, perché a noi ancora pellegrini sulla terra fai pregustare i beni del cielo.

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